giovedì 23 giugno 2022

Il cammino siciliano- La Magna Via Francigena

 


In origine la “Magna Via Francigena” permetteva il collegamento dei porti principali con i centri di maggior grandezza: Palermo, ai tempi “Balarm”, come riferimento per la Spagna catalana e aragonese e per l’Italia continentale. Mazara del Vallo e Agrigento per l’Africa Settentrionale, Messina per quella centrale, l’Oriente e la Terra Santa.

Negli atti e nei diplomi normanni appaiono indicati confini poderali, limiti territoriali o lasciti e donazioni alle varie abbazie e santuari che riportano il toponimo di megale odos, basilike odos, magna via, via regia. Un diploma normanno del 1096, scritto in greco, recita “Ten odon, ten megalen ten Fragkikon tou Kastronobou”, un’indicazione che ritroviamo in latino qualche decennio dopo come “magna via francigena castronobi”: una traduzione latina ordinata dall’Imperatrice reggente Costanza d’Altavilla, madre del futuro Imperatore Federico II di Svevia e Sicilia. Sono i Normanni quindi a definire nei propri documenti questa via, una via ‘francese’ chiamata ‘francigenam’ e allo stesso tempo ‘magnam’ per importanza e grandezza.“

Dal golfo di Palermo alla Valle dei Templi lungo le antiche vie percorse da greci, romani, arabi e normanni, la Sicilia offre un percorso per pellegrini e viandanti, turisti, trekkers, camminatori, ma anche principianti e sportivi.

180 km di cammino, con il piacere della scoperta di luoghi ameni ed affascinanti e fuori dal tempo, un itinerario tra storia e natura alla scoperta di perle rurali siciliane.

4 sono i percorsi tracciati: Magna via Francigena, Palermo-Messina per le montagne, Via Francigena Fabaria, Via Francigena Manzarense.

Si tratta di una lunga arteria di comunicazione che collega da sempre, da nord a sud Agrigento con Palermo, incrociando la via di transumanza verso le Madonie nel territorio di Corleone e Castronovo di Sicilia, che in età medievale e per un lungo periodo venne chiamata con il nome di Magna via Francigena.

Percorso recuperato ed è stata nominato tra i dieci migliori cammini italiani dal quotidiano inglese The Guardian.

Un tuffo nella Sicilia interna e in tutte le parti del suo entroterra, per riscoprire la bellezza della mobilità lenta.

Il ripristino dei sentieri è all’interno di un progetto promosso dal Comune di Castronovo di Sicilia e dal partenariato diffuso di tredici Comuni, dalla diocesi di Agrigento e con il supporto dall’associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia.

Con il sostegno del Mibact e dell’assessorato regionale siciliano al Turismo  la mission finale ha la valorizzazione della cultura degli itinerari di pellegrinaggio e cammino con il ripristino degli antichi percorsi di origine normanna, denominati appunto francigeni.

“Il percorso tocca tutta una serie di piccoli centri dove fino a qualche anno fa sarebbe stato difficile pensare di portare qualcuno a camminare”,

 spiega Davide Comunale, dell’associazione Cammini Francigeni di Sicilia.

Chi si avventurerà nel cammino potrà ritrovare le origini della storia normanna unita a quella araba e musulmana.

“I cammini francigeni sono cammini di resistenza, la resistenza della gente che vuole far conoscere il meglio del proprio territorio e investe energie perché ci crede”, spiega  Davide Comunale.

Sono già in tanti coloro che hanno battezzato questo itinerario come il Cammino di Santiago siciliano, grazie al suo lungo percorso che racchiude tredici comuni già mobilitati per costruire strutture ricettive sostenibili.



La  Credenziale del pellegrino

Che cos’è:

  • E' il documento che attesta che la persona che ne è in possesso sta percorrendo un Via compiendo un itinerario per viandanza o per devozione;
  • Identifica il pellegrino e garantisce l'autenticità della sua esperienza;
  • Favorisce l’accesso alle strutture convenzionate nella rete di accoglienza pellegrina;
  • Consente di ricevere il Testimonium di avvenuto pellegrinaggio, dimostrando di aver percorso almeno 100 km;
  • A testimonianza e memoria del Cammino percorso, sulla credenziale vanno riportati i timbri e le date dei luoghi visitati e delle strutture di ospitalità in cui si è stati accolti.



La Credenziale, di per sé, non dà alcun diritto, bensì impegna chi la porta, ad un comportamento rispettoso verso la Natura, il prossimo che si incontra e verso l’esperienza stessa del cammino.

La storia di un oggetto che ogni camminatore e soprattutto ogni pellegrino ha tenuto con estrema cura: la Credenziale.

Nel corso del tempo, tutte le più grandi culture religiose hanno saputo produrre la necessità di andare in pellegrinaggio verso luoghi importanti del culto: Roma, Santiago de Compostela, Gerusalemme, oppure La Mecca per i fratelli musulmani. Un lasciapassare veniva concesso dal proprio Vescovo ed attestava le motivazioni reali del pellegrinaggio, permetteva al viandante lo status di peregrinus e segnalava l’avvio di un viaggio lungo le vie dell’intero mondo conosciuto. Oggi i pellegrini utilizzano un “passaporto” di viandanza all’interno del quale riportano i timbri, i sellos del Camino de Santiago, che testimoniano il passaggio presso i centri dell’itinerario e il pernotto in una struttura accogliente. Da quelli più antichi che ci riportano nel Medioevo dei monasteri e delle abbazie accoglienti verso i pellegrini, a quelli più fantasiosi delle moderne confraternite di accoglienza o dei luoghi di sosta nati in questi venti anni lungo le grandi vie di pellegrinaggio in Spagna o in Italia. Tutti coloro che percorrono le Vie Francigene di Sicilia oggi, possono avere la loro credenziale del pellegrino, rilasciata dall’associazione Cammini Francigeni di Sicilia.


Munus

Ebrei 13,2 Non dimenticate di ospitare volentieri chi viene da voi. Ci furono alcuni che, facendo così, senza saperlo ospitarono degli angeli.”

Così ammonisce Paolo nelle sue lettere alla comunità cristiana. Ma la forza dell’ospitalità che dal mondo greco-orientale passa al mondo romano, giunge fino al nostro medioevo attraverso questo termine, munus, il dono necessario, l’offerta all’ospite, il dovere e l’incarico di non violare le leggi sacre allo straniero. In questa rievocazione di senso, il viandante -pellegrino o re- riceve ospitalità e accoglienza portando in cambio un dono, il suo viaggio, la sua esperienza, il pane e formaggio o le verdure raccolte che oggi sono il prezzo del viatico. Un dono gradito che veniva scambiato dall’ospitante all’ospite nelle abbazie, nei monasteri, negli xenodochia, luoghi dello straniero e infine negli hospitalia e che, tra nobili, diventava dono prezioso, regalo importante. Lungo le nostre vie più lunghe, i viandanti moderni potranno trovarlo a metà del loro percorso.

I percorsi della Magna Via Francigena Siciliana è possibile percorrerli anche in bici o in sella ad un cavallo.

Consigli:       

Utilizzare un abbigliamento comodo: scarpe da trekking, cappello, sacco a pelo e crema solare sono obbligatori. Le bacchetta da trekking servono eccome, al di là dei dislivelli che si possono affrontare (specie fra Nebrodi e Madonie). E una giacca impermeabile: in Sicilia non c’è per forza sempre e solo il sole.


Conosciamo questa realtà molto da vicino, in quanto come tour operator etico  e responsabile abbiamo proposto ai nostri trekkers ed amanti della natura l’opportunità di conoscere questi sentieri siciliani accompagnati da guide specializzate ed entusiasti dell’aver scoperto una “Sicilia nascosta” ricca di storia e natura,  anche se i cammini nascono liberi ed i viandanti sono per costituzione, “animali autonomi”, hanno scelto l’opportunità di scoprire la bellezza di camminare insieme ad un gruppo avendo tutto organizzato ed è una delle cose che riteniamo possa arricchire lo zaino di esperienze.

Quindi siamo stati scelti dall’associazione Cammini Francigeni di Sicilia  come partner del progetto e con grande onore collaboriamo per organizzare e scegliere i percorsi più adatti alle richieste dei viandanti. http://www.viefrancigenedisicilia.it/tourOperator.php

 


Un grazie all’associazione Cammini Francigeni di Sicilia 



***


The Sicilian Way, the Magna Via Francigena

Originally, the "Magna Via Francigena" allowed the connection of the main ports with the major centers: Palermo, at the time "Balarm," as a reference for Catalan and Aragonese Spain and mainland Italy. Mazara del Vallo and Agrigento for North Africa, Messina for central Africa, the East and the Holy Land. 

In the Norman deeds and diplomas, poderial boundaries, territorial limits or bequests and donations to the various abbeys and shrines appear, bearing the toponym megale odos, basilike odos, magna via, via regia. A Norman diploma of 1096, written in Greek, reads "Ten odon, ten megalen ten Fragkikon tou Kastronobou," an indication that we find again in Latin a few decades later as "magna via francigena castronobi": a Latin translation ordered by the Empress Regent Constance of Altavilla, mother of the future Emperor Frederick II of Swabia and Sicily. It is the Normans then who define this route in their documents, a 'French' route called 'francigenam' and at the same time 'magnam' in importance and grandeur."

From the Gulf of Palermo to the Valley of the Temples along the ancient routes traveled by Greeks, Romans, Arabs and Normans, Sicily offers a route for pilgrims and wayfarers, tourists, trekkers, walkers, as well as beginners and sportsmen. 

180 km of walking, with the pleasure of discovering pleasant and fascinating places out of time, an itinerary between history and nature to discover rural Sicilian pearls.

4 are the marked routes: Magna via Francigena, Palermo-Messina for the mountains, Via Francigena Fabaria, Via Francigena Manzarense.

This is a long artery of communication that has always connected, from north to south Agrigento with Palermo, crossing the transhumance route to the Madonie Mountains in the territory of Corleone and Castronovo di Sicilia, which in medieval times and for a long period was called Magna via Francigena.

Path recovered and was named among the ten best Italian paths by the English newspaper The Guardian.

A dive into inland Sicily and all parts of its hinterland, to rediscover the beauty of slow mobility.

The restoration of the paths is within a project promoted by the municipality of Castronovo di Sicilia and the widespread partnership of thirteen municipalities, the diocese of Agrigento and with support from the association Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia.

With the support of the Mibact and the Sicilian Regional Department of Tourism, the final mission has the enhancement of the culture of pilgrimage and walking routes with the restoration of the ancient routes of Norman origin, called precisely the Francigens.

"The route touches a whole series of small towns where until a few years ago it would have been difficult to think of taking someone on a walk," 

 explains Davide Comunale, of the association Cammini Francigeni di Sicilia.

Those who venture along the path can rediscover the origins of Norman history combined with Arab and Muslim history.

"The Francigena paths are paths of resistance, the resistance of people who want to make known the best of their territory and invest energy because they believe in it," Comunale explains.

There are already many who have baptized this route as the Sicilian Way of St. James, thanks to its long route that encompasses thirteen municipalities already mobilized to build sustainable accommodations.

The Pilgrim's Credential

What it is:

- It is the document that certifies that the person in possession of it is traveling a Via fulfilling an itinerary for viandance or devotion;

- Identifies the pilgrim and guarantees the authenticity of his or her experience;

- Facilitates access to affiliated facilities in the pilgrim reception network;

- Allows one to receive the Testimonium of having made the pilgrimage, proving that one has traveled at least 100 km;

- As a testimony and memory of the Way traveled, the stamps and dates of the places visited and of the hospitality facilities where one was received should be noted on the credential.

The Credential, in itself, does not give any rights, but rather commits the wearer to respectful behavior toward Nature, the neighbor one encounters and toward the experience of walking itself.

The story of an object that every walker and especially every pilgrim has held with extreme care: the Credential. 

Throughout time, all major religious cultures have been able to produce the need to go on pilgrimage to important places of worship-Rome, Santiago de Compostela, Jerusalem, or Mecca for our Muslim brothers and sisters. A pass was granted by one's bishop and attested to the real reasons for the pilgrimage, allowed the traveler the status of peregrinus, and signaled the start of a journey along the routes of the entire known world. Today, pilgrims use a wayfarer's "passport" inside which they carry stamps, the sellos del Camino de Santiago, testifying to passage at centers along the route and overnight stay in a welcoming facility. From the oldest ones that take us back to the Middle Ages of monasteries and abbeys welcoming to pilgrims, to the more imaginative ones of modern welcoming brotherhoods or resting places that have sprung up in the last twenty years along the great pilgrimage routes in Spain or Italy. All those who walk the Vie Francigene di Sicilia today can have their pilgrim's credential, issued by the Cammini Francigeni di Sicilia association.

Munus

"Hebrews 13:2 Do not forget to gladly host those who come to you. There were some who, doing so, unknowingly harbored angels."


So admonishes Paul in his letters to the Christian community. But the force of hospitality, which from the Greco-Eastern world passes to the Roman world, reaches all the way to our Middle Ages through this term, munus, the necessary gift, the offering to the host, the duty and charge not to violate sacred laws to the stranger. In this reenactment of meaning, the wayfarer -pellegrino or re- receives hospitality and welcome by bringing a gift in return, his journey, his experience, the bread and cheese or the harvested vegetables that today are the price of the viaticum. A welcome gift that was exchanged from the host to the guest in abbeys, monasteries, xenodochia, places of the stranger and finally in hospitalia and that, among nobles, became a precious gift, an important gift. Along our longest routes, modern wayfarers can find it halfway along their journey.

The routes of the Magna Via Francigena Siciliana can also be traveled by bicycle or on horseback.


Tips:

Use comfortable clothing: hiking shoes, hat, sleeping bag and sunscreen are mandatory. Trekking poles are very much needed, beyond the height differences you may face (especially between Nebrodi and Madonie). And a waterproof jacket: it doesn't have to be sunny all the time in Sicily.

We know this reality very closely, since as an ethical and responsible tour operator we have proposed to our trekkers and nature lovers the opportunity to get to know these Sicilian trails accompanied by specialized guides and enthusiastic about having discovered a "hidden Sicily" rich in history and nature, even if the paths are born free and the wayfarers are by constitution, "autonomous animals," they have chosen the opportunity to discover the beauty of walking together with a group having everything organized and it is one of the things that we believe can enrich the backpack of experiences.

Therefore, we have been chosen by the association Cammini Francigeni di Sicilia as a partner in the project and with great honor we collaborate to organize and choose the most suitable routes for the demands of the wayfarers. 

http://www.viefrancigenedisicilia.it/tourOperator.php


Thanks to the Association Cammini Francigeni di Sicilia

Thanks to Siciliamagazine.net  #TakeitSlowlyByUnAltraSicilia 







Nessun commento:

Posta un commento