venerdì 28 gennaio 2022

Bagheria e le sue ville

 

Bagheria, comune in provincia di Palermo, lega il suo toponimo al punico bayharia, cioè «zona che discende verso il mare», oppure dall’arabo البحرية trascritto bariyya, col significato di «lato mare/marina». Secondo altre ipotesi meno plausibili, invece, deriverebbe dall’arabo bāb al-gerib, «porta del vento»; è una delle mete consigliate ai nostri turisti quando ci chiedono la zona occidentale della Sicilia.

Bagheria è il titolo del romanzo più autobiografico di Dacia Maraini, che la vede davvero “allo specchio”, dove si racconta a pieno, parlando della sua infanzia narrando della sua Sicilia in maniera aperta e quasi catartica.

Bagheria, o meglio Baarìa,  è la nota pellicola di Giuseppe Tornatore del 2009, con la splendida colonna sonora del Maestro Ennio Morricone, che gi valse il David di Donatello. Il film racconta la vita di una famiglia del comune di Bagheria attraverso tre generazioni la cui vita si intreccia con gli eventi storici del Paese.

Meta irrinunciabile per gli amanti delle opere di Renato Guttuso, ospita su tre piani di Villa Cattolica, il Museo inaugurato nel 1973 che ospita le opere donate dal maestro alla sua città natale.


Altra tappa di notevole valore della città di Bagheria è la visita ad una bottega del carretto siciliano, un tempo mezzo di trasporto,  oggi rivive grazie ad uno dei maestri più amati Michele Ducato, uno degli ultimi eredi di un’antica e celebre dinastia bagherese di un mestiere ormai in via d’estinzione: “Il pittore di carretti” che fin dall’età dei 5 anni, con il pennellino tra le piccole dita sotto l’occhio attento di papà Peppino, dipingeva quello che Renato Guttuso, definiva il “simbolo della fantasia, della fierezza, della vitalità del popolo siciliano”.


Ma Bagheria è soprattutto, a mio avviso, andare in cerca delle tracce degli Alliata, dei Valguarnera, dei Branciforti, dei Gravina, dei principi di Cattolica nelle loro maestose ville.

Villa Butera, La Certosa, Villa Cattolica-  sede del Museo di Guttuso, Villa Trabia, Villa Ramacca, Villa Valguarnera, Villa Galletti Inguaggiato, una delle ville settecentesche meglio conservate della città di Bagheria, Villa San Cataldo ed il suo giardino, Villa Villarosa, Villa Sant’Isiodoro da Cordoba, Villa Spedalotto, Villa San Marco, e l’immancabile Villa Palagonia, detta anche Villa dei Mostri.

Tra le leggende che avvolgono la celebre “Villa dei Mostri” di Bagheria,  innumerevoli sono quelle che riguardano i due cosiddetti “pupi” in cui ci si imbatte subito prima di entrare dal maestoso cancello, divenuto l’attuale via di accesso. L’originario ingresso era in realtà sul lato opposto, quello settentrionale, dove un arco immetteva ad un lungo viale popolato da quelle sculture grottesche che abbiamo visto nella ricostruzione di Baarìa.

Tra le fantasiose leggende che avvolgono la villa, i mostri e il loro negromante committente, ci sono le dicerie, secondo le quali le donne in gravidanza non dovessero volgere lo sguardo a quelle figure per non incorrere nel rischio che il nascituro ne potesse riportare le sembianze!

Tutti concordano, che si tratta di leggende, poiché nulla di documentato con certezza ci giunge né da Francesco Ferdinando Gravina e Alliata, VII Principe di Palagonia, committente a partire dal 1749 dei corpi bassi della villa, insieme a questo popolo di personaggi insoliti, né dai suoi contemporanei.

 Il mistero che avvolge la villa ne regala un maggiore fascino ed i due Pupi, fanno parte ormai del modo di dire dei bagheresi che identificano la staticità di alcuni individui che proprio a “palaunia”, sulla piazza antistante la Villa dei Mostri, come le due sculture, stanno lì ad osservare il lento scorrere delle giornate o, stanno a guardare il “passío”, l’andirivieni della gente ed i loro discorsi a volte futili, a volte pieni di saggezza.

Ma Bagheria è anche cucina palermitana tra succulenti piatti tramandati ed il famoso sfincione bianco, un prodotto da forno tipico, di cui ne esistono due versioni, una  con sola tuma, formaggio pecorino tipico della cucina siciliana e  l’altra prevede anche la ricotta,  cipolla, mollica condita con formaggio.


Includete Bagheria senza esitazione alcuna nella vostra prossima meta di viaggio, l’ospitalità dei Siciliani sarà uno dei valori aggiunti dei vostri ricordi.

Bagheria and its villas
Bagheria, a town in the province of Palermo, binds its name to the Punic bayharia, that is "area that descends towards the sea", or from the Arabic البحرية transcribed baḥriyya, with the meaning of "sea side / sea". According to other less plausible hypothesis, instead, it would derive from Arabic bāb al-gerib, "door of the wind"; it is one of the destinations suggested to our tourists when they ask us about the western area of Sicily.

Bagheria is the title of the most autobiographical novel of Dacia Maraini, which really sees her "in the mirror", where she tells herself in full, talking about her childhood narrating her Sicily in an open and almost cathartic way.
Bagheria, or rather Baarìa, is the well-known film by Giuseppe Tornatore in 2009, with the splendid soundtrack by Maestro Ennio Morricone, which won him the David di Donatello award. The film recounts the life of a family in the town of Bagheria through three generations whose lives are intertwined with the historical events of the country.
An unmissable destination for lovers of the works of Renato Guttuso, it hosts on three floors of Villa Cattolica, the Museum inaugurated in 1973 which houses the works donated by the master to his hometown.
Another stop of considerable value in the city of Bagheria is the visit to a workshop of the Sicilian cart, once a means of transport, now revives thanks to one of the most beloved masters Michele Ducato, one of the last heirs of an ancient and famous dynasty bagherese of a craft now on the verge of extinction: "The painter of carts" that since the age of 5 years, with the brush between the small fingers under the watchful eye of Dad Peppino, painted what Renato Guttuso, called the "symbol of imagination, pride, vitality of the Sicilian people".
But Bagheria is above all, in my opinion, go in search of the traces of the Alliata, the Valguarnera, the Branciforti, the Gravina, the princes of Cattolica in their majestic villas.
Villa Butera, La Certosa, Villa Cattolica - seat of the Museum of Guttuso, Villa Trabia, Villa Ramacca, Villa Valguarnera, Villa Galletti Inguaggiato, one of the best preserved eighteenth-century villas of the city of Bagheria, Villa San Cataldo and its garden, Villa Villarosa, Villa Sant'Isiodoro da Cordoba, Villa Spedalotto, Villa San Marco, and the inevitable Villa Palagonia, also known as Villa dei Mostri.
Among the legends that surround the famous "Villa of the Monsters" of Bagheria, there are countless legends about the two so-called "pupi" you come across just before entering the majestic gate, which has become the current access road. The original entrance was actually on the opposite side, the northern one, where an arch led to a long avenue populated by those grotesque sculptures that we saw in the reconstruction of Baarìa.

Among the fanciful legends that surround the villa, the monsters and their necromancer, there are rumors that pregnant women should not look at those figures in order not to run the risk that the unborn child could bring back the appearance! 
Everyone agrees that these are just legends, since nothing documented with certainty comes from Francesco Ferdinando Gravina e Alliata, VII Prince of Palagonia, commissioner from 1749 of the lower bodies of the villa, together with this people of unusual characters, nor from his contemporaries. 

 The mystery that surrounds the villa gives it a greater charm and the two puppets, are now part of the way of saying of Bagheria that identify the static nature of some individuals that just a "palaunia", on the square in front of the Villa of Monsters, like the two sculptures, are there to observe the slow flow of the days or, are watching the "pass", the comings and goings of people and their speeches sometimes futile, sometimes full of wisdom.

 But Bagheria is also Palermo's cuisine among succulent dishes handed down and the famous white sfincione, a typical baked product, of which there are two versions, one with only tuma, sheep's milk cheese typical of Sicilian cuisine and the other one also includes ricotta cheese, onion, bread crumbs seasoned with cheese.
Include Bagheria without any hesitation in your next travel destination, the hospitality of Sicilians will be one of the added values of your memories.


Thanks to Siciliamagazine.net  #TakeitSlowlyByUnAltraSicilia

 Paola F. J. Torrisi

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